2^ DOMENICA DI QUARESIMA
Antifona
d'Ingresso
Di
te dice il mio cuore: "Cercate il suo volto".
Ricorda,
Signore, il tuo amore e la tua bontà,
Colletta
O Dio, che ci hai detto di ascoltare il tuo amato figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che é Dio...
1^
Lettura
Dal
libro della Genesi
In
quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: “Guarda in cielo e conta le
stelle, se riesci a contarle” e soggiunse: “Tale sarà la tua
discendenza”. Egli credette al
Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Salmo
Il
Signore è difesa della mia vita,
Se
contro di me si accampa un esercito,
Ascolta,
Signore, la mia voce.
Di
te ha detto il mio cuore:
Non
nascondermi il tuo volto.
Sei
tu il mio aiuto,
Sono
certo di contemplare la bontà del Signore
Spera
nel Signore, sii forte,
2^
Lettura
Dalla
lettera di San Paolo ai Filippesi
Fatevi
miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo
l'esempio che avete in noi. Perché molti, ve l'ho gia detto più volte e ora
con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di
Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio
il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti
alle cose della terra.
Canto
al Vangelo
Lode
e onore a te, Signore Gesù!
Dalla
nube luminosa, si udì la voce del Padre:
Lode
e onore a te, Signore Gesù.
Vangelo Lc 9, 28-36
Dal
Vangelo secondo Luca
In
quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a
pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste
divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè
ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe
portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal
sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che
stavano con lui.
RIFLESSIONE
Domenica scorsa abbiamo visto Gesù vincitore nei confronti del diavolo che, con le solite tentazioni del potere e del successo senza prove e sofferenze, cercava di allontanare Gesù dal suo progetto di amore nei nostri confronti e dalla sua obbedienza a Dio. Ma sappiamo benissimo che il diavolo non si dà per vinto. Ha perso una battaglia ma ritornerà con le stesse tentazioni proprio nel momento di maggiore debolezza di Gesù: durante la sua passione. Proprio in quel momento si ripresenterà a Cristo attraverso coloro che ai piedi della croce gli diranno: "Se davvero sei il Cristo, scendi di lì, e noi ti crederemo." Gesù sa dunque che la lotta per Lui sarà dura, ma ancor più dura per i suoi discepoli che resteranno scandalizzati davanti alla croce. Da buon maestro vuole educarli gradatamente a questo e sceglie allora di "cominciare a parlare della sua dipartita" proprio in un momento di preghiera gloriosa perché quei tre si ricordino della sua trasfigurazione anche quando saranno testimoni oculari di quell’altra trasfigurazione nel sudar sangue che avverrà nell’orto degli ulivi prima dello scandalo della sua passione e morte. La liturgia, seguendo lo stile educativo di Gesù, pone anche per noi la meditazione dell’episodio della Trasfigurazione quasi all’inizio della Quaresima perché ci prepariamo a rivivere la durezza della croce di Gesù avendo però nel cuore la certezza che la morte e il male non saranno né per Lui, né per noi la parola definitiva. Gesù e la Chiesa, quasi anticipando la risurrezione vogliono aiutarci ad avere negli occhi e nel cuore il volto glorioso di Cristo perché possiamo cogliere nella speranza il suo e il nostro volto doloroso. Cerchiamo dunque di metterci anche noi alla sequela di Gesù per fare esperienza con Pietro, Giovanni e Giacomo del suo modo di avvicinarsi al compiersi del suo mistero. "Gesù salì sul monte" Sappiamo che il monte non è tanto "una bella gita turistica in mezzo alla natura", quanto un "luogo privilegiato di preghiera", è salire sopra alla banale, sfiancante quotidianità dell’appiattimento dell’uomo e dei suoi valori come spesso succede soprattutto a causa delle nostre abitudini e del nostro "voler vivere tranquilli". Significa credere che al di sopra dello smog che inquina il nostro vivere c’è ancora aria pulita, luce splendente. E’ innalzarsi per scoprire la presenza, la forza, l’amor di Dio. E’, per stare alle parole di Paolo nella seconda lettura di oggi, avere la forza e il desiderio di non fermarsi ad essere tra coloro che "hanno come dio il loro ventre e si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi", ma di capire che c’è qualcosa di più grande che non il piacere del sesso e o del cibo. Gesù ci fa scoprire la preghiera come momento di incontro con il mistero di Dio. Pregare non è, come qualche volta pensiamo noi, dire delle preghiere, quasi comprarsi Dio con le parole, è entrare nella sua "ombra", è vivere nel mistero, è ascoltare la sua voce, è lasciarsi trasfigurare dalla sua luce, è trasfigurare il dolore con la sua presenza. Che cosa provano quei tre apostoli e che cosa dovremmo provare noi quando preghiamo davvero? Essi vedono il volto di Gesù che cambia aspetto. Non è solo più il Gesù grand’uomo, il sapiente, il maestro, è il Figlio di Dio, il fratello che salva. Il volto dell’uomo non è solo più quello dell’eventuale mio concorrente, o il volto anonimo di uno dei tanti, comincia a diventare il volto di un uomo amato da Dio, di un fratello salvato con me, di uno con cui sono chiamato a condividere tempo ed eternità. "La sua veste divenne candida e sfolgorante". Man mano che tu entri in intimità con il Signore la necessità delle parole diminuisce, gli occhi si dilatano, si crede ancora alla purezza e alla semplicità, le piccole cose diventano significative, illuminanti. Lo "stare ai piedi di Gesù", come faceva Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro, diventa di gran lunga "la parte migliore". Non che tutto sia chiaro. Abramo nella prima lettura di oggi è preso da torpore e da un oscuro terrore: si tratta di "vedere Dio" e quindi nella mentalità ebraica di "morire a qualcosa": Anche i tre apostoli sul monte "erano oppressi dal sonno"; Pietro, quando parla, "non sapeva quello che diceva. Rimangono i dubbi, rimane il mistero di un Dio immensamente più grande di noi, ben al di là della nostra piccola comprensione umana, rimane la povertà della nostra miseria e del nostro peccato, ma finalmente gli occhi e il cuore si aprono a Dio ed anche se rimaniamo "avvolti nella nube", entriamo in Lui e scopriamo il suo mistero di amore nei nostri confronti. Tutta la storia della salvezza è una storia in nostro favore. Mosè ed Elia che sono la sintesi degli interventi di Dio, sono solo la preparazione a Gesù, e tutto questo è per me, per noi. Dio non è nostro antagonista, Dio non è una entità superiore disinteressata alle nostre vicende o solo assetata di preghiere e di sacrifici, è il Dio dell’alleanza più volte rinnovata ed ora portata a compimento in Gesù. Ma, attenzione a non perdere il particolare più importante! Mosè ed Elia parlano con Gesù "della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme". Non possiamo fermarci alla frase di Pietro: "E’ bello per noi stare qui. Facciamo tre tende". La gloria, la luce, la storia della salvezza, la nube non possono diventare la tenda definitiva se non impariamo a riconoscere nella croce di Cristo non un motivo di scandalo ma un dono di amore, e se non impariamo a seguire Lui per entrare nella sua gloria ma "prendendo ogni giorno la sua croce" per andargli dietro. Non si può salire sul Tabor escludendo il Calvario e il Calvario trova il suo compimento nel Tabor. E noi, nella nostra vita, riusciremo a dar senso a queste due montagne solo se metteremo Cristo al centro del nostro pensiero e del nostro cammino; è la stessa voce di Dio che ci dà queste indicazioni: "Egli è il mio Figlio, l’eletto" e "Ascoltatelo!" Terminata l’Eucaristia, dopo aver ascoltato la Parola di Dio, dopo essere stati in comunione con Gesù, torneremo all’aria putrefatta da tanti egoismi nostri e altrui, ma dobbiamo conservare quello sguardo puro che ci permetta di vedere il volto di Cristo sia glorioso che sofferente nel volto dei fratelli che incontriamo, perché accogliendo il mistero della croce, come ci fa dire la preghiera liturgica, possiamo giungere alla gloria della risurrezione.
Sulle
Offerte
Questa
offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci
santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le
feste pasquali. Per Cristo nostro Signore.
Dopo
la Comunione
Per
la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri ti rendiamo fervide grazie,
Signore, perché a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del
cielo. Per Cristo nostro Signore.